Il filosofo di campagna, Londra, 1762, ms.

 SCENA VI
 
 Campagna. [illeggibile]
 
 NARDO, suonando il chitarrino, poi RINALDO, indi LESBINA, dopo LENA
 
 NARDO
 
    La bella mia sposina
 m’ha fatto male qui;
 e la mia medicina,
 carina, eccola lì.
 
 RINALDO
570Galantuom, siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi, è ver che voi
 aveste la parola
575da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore, l’ho avuta;
 la ragazza ho veduta;
 mi piace il viso bello
 e le ho dato stamane anco l’anello.
 RINALDO
580Sapete voi qual dote
 recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so...
 RINALDO
                             Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagatelle, signor! E su qual banco
 investita sarà, padrone mio?
 RINALDO
585Sul dorso vostro e il pagator sono io. (Parte)
 NARDO
 Pazzo sarei davvero,
 se a costo d’una lite,
 se a costo di temere anche la morte,
 procurar mi volessi una consorte.
590Amo la vita assai;
 fuggo, se posso, i guai;
 bramo sempre la pace in casa mia;
 e non intendo altra filosofia.
 LESBINA
 Sposo, bene obbligata.
595M’avete regalata.
 Anche io, quando potrò,
 qualche cosetta vi regalerò.
 NARDO
 No no, figliuola cara,
 dispensatevi pur da tal finezza.
600Quando ho un poco di bene si voglia o mi consolo
 e quel poco di ben lo voglio solo.
 LESBINA
 Che dite? Io non v’intendo.
 NARDO
                                                    Chiaramente
 dunque mi spiegherò.
 Siete impegnata, il so, con altro amico;
605e a me di voi non me ne importa un fico.
 LESBINA
 V’ingannate, lo giuro; e chi è cotesto
 con cui da me si crede
 impegnata la fede?
 NARDO
                                      È un forestiero
 che mi par cavaliero;
610giovine, risoluto, ardito e caldo.
 LESBINA
 (Ora intendo il mister; sarà Rinaldo).
 Siete, Nardo, in inganno.
 Qualche error vi sarà, ve lo protesto.
 Tenero cuore onesto
615per voi serbo nel petto;
 ardo solo per voi di puro affetto.
 NARDO
 (Impossibile par ch’ella m’inganni).
 LESBINA
 Tenera sono d’anni
 ma ho cervello che basta e so bene io
620che dividere amor non può il cor mio.
 Voi siete il mio sposino;
 e se amico destino a voi mi dona,
 anche un re lascierei colla corona.
 NARDO
 S’ella fosse così...
 LESBINA
                                  Così è purtroppo.
625Ma voi siete pentito
 d’essere mio marito;
 qualche altra donna amate;
 e per questo, crudel, mi discacciate.
 NARDO
 No, ben mio, no, carina;
630siete la mia sposina; e se colui
 o s’inganna o m’inganna o fu ingannato,
 dell’inganno sarà disingannato.
 LESBINA
 Dunque m’amate?
 NARDO
                                     Sì, v’amo di cuore.
 LESBINA
 Siete l’idolo mio?
 NARDO
                                   Siete il mio amore. (Si prendono per mano e volendo partire sono trattenuti da Lena)
 LENA
635Signor zio, signor zio, che cosa fate?
 Lontano discacciate
 colei che d’ingannarvi ora s’impegna;
 d’essere vostra sposa non è degna.
 LESBINA
 (Qualche imbroglio novello).
 NARDO
                                                       Ha forse altrui
640data la fé di sposa?
 LENA
                                      Eh, signor no.
 Quel ch’io dico lo so per cosa vera;
 ella di don Tritemio è cameriera.
 LESBINA
 (Ah maledetta!)
 NARDO
                                 È ver quel ch’ella dice?
 LESBINA
 Ah, misera, infelice!
645Compatite se tanto
 amor mi rese ardita.
 Finsi il grado, egli è ver, perché v’adoro;
 per voi languisco e moro.
 Confesso il mio fallire
650ma voglio essere vostra o pur morire.
 NARDO
 (Poverina!)
 LENA
                         Vi pare
 che convenga sposare
 a un uomo come voi femmina tale?
 NARDO
 Non ci vedo alcun male.
655Per me nel vostro sesso,
 serva o padrona sia, tutto è lo stesso.
 
    Ho per lei in mezzo al core
 la fucina di Vulcano.
 Stendi pur la bianca mano;
660senti, senti che rumore!
 I martelli ben rotati
 sopra i fulmini infocati
 fanno tuppe, tippe, tappe.
 Già l’incendio s’è avvanzato;
665chi smorzarlo potrà mai?
 Solo un sguardo de’ suoi rai
 può il mio core consolar. (Parte)