Il filosofo di campagna, Olmütz, Hirnle, 1761 (Il filosofo in campagna)

 SCENA VI
 
 RINALDO e detto
 
 RINALDO
 Eccolo qui, la vanga
 è tutto il suo diletto. (Da sé)
185Se foste un poveretto (A Nardo)
 compatir vi vorrei; ma siete ricco,
 avete dei poderi e dei contanti,
 la fatiga lasciate ai lavoranti.
 NARDO
 Caro signor mio,
190più tosto che parlarmi cosa sciocca,
 fareste meglio a serrar la bocca.
 RINALDO
 Il signor don Tritemio
 è cittadino; e pure
 cossì non usa.
 NARDO
                            È vero;
195ma in villa se ne sta
 perché nella città vede il pericolo
 d’esser vizioso o diventar ridicolo.
 RINALDO
 Della figliola sua
 v’han proposte le nozze, io ben lo so.
 NARDO
200Ed io la sposerò,
 perché la dote e il padre suo mi piace
 con patto che non sia
 gonfia di vento e piena d’albagia.
 RINALDO
 L’avete ancor veduta?
 NARDO
205Ieri solo è venuta;
 oggi la vederò.
 RINALDO
                              Dunque chi sa
 se ella vi piacerà.
 NARDO
                                  Basta non abbia
 visibili magagne,
 son le donne poi tutte compagne.
 RINALDO
210Amogliatevi presto signor mio
 che un altro dì vo’ maritarmi anch’io. (Parte)