Il filosofo di campagna, Olmütz, Hirnle, 1761 (Il filosofo in campagna)

 SCENA V
 
 Campagna con la casa rustica.
 
 NARDO esce di casa con una vanga accompagnato da alcuni villani
 
 NARDO
 
    Al lavoro, alla campagna,
 poi si gode, poi si magna
 con diletto e libertà.
 
 Oh che pane delicato
160che da noi fu coltivato.
 Presto, presto a lavorare,
 a potare e seminare
 e doppoi si mangerà.
 Del buon vin si beverà
165ed allegri si starà.
 
 Vanga mia benedetta,
 mio diletto conforto e mio sostegno,
 tu sei lo scettro e questi campi il regno.
 Quivi regnò mio padre,
170l’avolo e il bisavolo ed il tritavolo
 e fur suditti lor la zucca e il cavolo.
 Nelle città famose,
 ogni generazion si cambia stato,
 se il padre ha accumulato
175con fatica, con arte e con periglio,
 distrugge i beni suoi prodigo il figlio;
 qui, dove non ci tiene
 il lusso, l’ambizion, la gola oppressi,
 son gl’uomini ognor sempre gl’istessi;
180non cambierei, lo giuro,
 col piacer delle feste e dei teatri
 zappe, trebie, rastei, vanghe ed aratri.