Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA X
 
 TIGRANE, CLEOPATRA
 
 Tigrane
915Ecco alfin, principessa,
 l’infausto punto ove si arresta e muore
 il nostro dolce ed infelice amore.
 Cleopatra
 Ahi, Tigrane, ahi di troppo
 caro oggetto a’ miei lumi! E qual furore,
920per cui tutta al dolor io mi abbandono,
 qui ti spinse a morir? Oh ria sventura!
 Tigrane
 Sorte per me più dura
 fora il vederti in braccio ad altro amante;
 il lasciarti ancor mia è quel pensiere
925che il tuo penar, che il morir mio conforta.
 Cleopatra
 D’altri non vuoi vedermi e mi vuoi morta?
 Morrò dolce mia vitta;
 sol di pochi momenti
 fia che tu mi precorra.
 Tigrane
930No, mio amor, te ne priego;
 non funestar mia morte
 con sì tristo pensier; vivi e conserva
 le tue speranze al soglio, assai di pregio
 tu concedi al mio fato,
935se dirai qualche volta,
 rammemorando il mio destin crudele:
 «Morì per troppo amarmi il mio fedele». (Parte)