Il filosofo di campagna, Cremona, Ricchini, [1760]

 SCENA XV
 
 LESBINA e LA LENA
 
 LA LENA
 (Mio zio, ricco sfondato
 non si puole scordar che vile è nato).
 LESBINA
980Signora, mi rincresce
 ch’ella sarà nipote
 d’una senza natali e senza dote.
 LA LENA
 Certo che il zio poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
985Che nella nobiltà
 resti pregiudicato
 certamente è un peccato. Imparentarmi
 arrossire dovrei
 con una contadina come lei.
 LA LENA
990Son contadina, è vero,
 ma d’accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché dal pari
 talor di nobiltà vanno i denari.
 LESBINA
 Di nobiltà, di gloria o di ricchezza
995abbia pure chi vuole il pensier vano,
 che in quanto a me più di tai fumi apprezzo
 d’un bel cor, d’amor vero un moto, un vezzo.
 
    Fra tante vicende
 mi basta che ognora
1000i miei veneziani
 cortesi ed umani
 mi vogliano ben.
 
    Sangue de Diana,
 cosa diseu,
1005me ne voleu, sì o no?
 
    E mi v’assicuro
 miei cari padroni
 che tutto il possesso
 avé del mio cor.