Il filosofo di campagna, Cremona, Ricchini, [1760]

 SCENA X
 
 LESBINA, poi NARDO
 
 LESBINA
370Capperi! S’attaccava
 prestamente al partito.
 Troppo presto volea far da marito.
 Ecco il ricco villano;
 ora son nell’impegno;
375tutta l’arte vi vuol, tutto l’ingegno.
 NARDO
 Chi è qui?
 LESBINA
                       Non ci vedete?
 Per ora ci son io.
 NARDO
 Bondì a vossignoria.
 LESBINA
                                        Padrone mio.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verrà fra poco.
380Potete in questo loco
 aspettar, se v’aggrada.
 NARDO
                                           Aspetterò.
 Voi chi siete, signora?
 LESBINA
                                           Io non lo so. (Affettando modestia)
 NARDO
 Sareste per ventura
 la figliuola di lui, venuta qui?
 LESBINA
385Potria darsi di sì.
 NARDO
 Alla ciera mi par...
 LESBINA
                                     Così sarà.
 NARDO
 Mi piacete davver.
 LESBINA
                                     Vostra bontà.
 NARDO
 Sapete chi son io?
 LESBINA
                                    No, mio signore.
 NARDO
 Né ve lo dice il core?
 LESBINA
390Il cor d’una fanciulla,
 se si tratta d’un uom, non sa dir nulla.
 NARDO
 Eh furbetta, furbetta; voi mi avete
 conosciuto a drittura.
 Delle fanciulle al cor parla natura.
 LESBINA
395Siete forse...
 NARDO
                          Via, chi?
 LESBINA
                                             Nardino bello?
 NARDO
 Sì, carina, son quello,
 quello che vostro sposo è destinato.
 LESBINA
 Con licenza, signor, m’hanno chiamato.
 NARDO
 Dove andate?
 LESBINA
                            Non so.
 NARDO
400Eh restate, carina.
 LESBINA
                                    Signor no.
 NARDO
 Vi dispiace il volto mio?
 LESBINA
                                               Anzi... mi piace...
 ma...
 NARDO
             Che ma?
 LESBINA
                                Non so dir... che cosa sia.
 Con licenza, signor, voglio andar via.
 NARDO
 Fermatevi un momento.
405(Si vede dal rossor ch’è figlia buona).
 LESBINA
 (Servo me stessa e servo la padrona).
 NARDO
 Giacché siete bellina e vezzosetta,
 deh non siate con me sì ritrosetta.
 LESBINA
 
    Non son bella, non son vezzosa
410ma sospirano tanti per me,
 
    perché sono fedele amorosa
 mi vorrebbe ciascuno per sé.
 
    Per la strada dalla gente
 mi si sente a dir così:
 
415   «Caro quel vezzo,
 caro quel brio,
 cara culia che fa innamorar»;
 
    io mi vergogno,
 vengo rossetta
420e poi mi dicono:
 «O benedetta,
 caro quel babio che fa giubbilar,
 caro quel vezzo che fa innamorar». (Parte)