Il filosofo di campagna, Reggio, Davolio, 1760

 SCENA V
 
 DON TRITEMIO, poi LENA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
1265dove sei? Non ti trovo; ah, se Rinaldo
 mi capita alle mani,
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
 Invan l’ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l’ha nascosta
1270o se via l’ha menata per la posta.
 Son fuor di me; son pieno
 di rabbia e di veleno;
 se li trovassi, li farei pentire;
 li vuo’ trovar, se credo di morire.
 LENA
1275Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
1280M’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria!
 LENA
 Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto;
1285è collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LENA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Collo sposo?
 LENA
                          Con lui.
 DON TRITEMIO
                                           Ma Nardo dunque...
 LENA
 Nardo mio zio l’ha a caro;
 per ordin suo vo a prendere il notaro. (Parte)