Il filosofo di campagna, Reggio, Davolio, 1760

 SCENA III
 
 RINALDO e LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato;
 in braccio al mio contento
1225per voi andrò... (In atto di partire)
 LENA
                                Fermatevi un momento;
 se grato esser volete,
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a’ desir miei?
 LENA
1230Son contadina, è vero,
 ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà;
 da voi, che siete un cavalier compito,
1235secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LENA
                                  Ma fatte presto;
 se troppo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
1240   Ogn’anno passa un anno,
 l’età non torna più;
 passar la gioventù
 io non vorrei così;
 ci penso notte e dì.
 
1245   Vorrei un giovinetto
 civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
 quand’io gli chiedo un sì. (Parte)