Il filosofo di campagna, Vienna, Ghelen, [1759]

 SCENA VI
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
475Pazzo sarei da vero,
 se a costo d’una lite,
 se a costo di temere anco la morte
 procurar mi volessi una consorte.
 Amo la vita assai;
480fuggo, se posso, i guai,
 bramo sempre la pace in casa mia
 e non intendo altra filosofia.
 LESBINA
 Sposo, ben obligata.
 M’avete regalata,
485anch’io, quando potrò,
 qualche cosetta vi regalerò.
 NARDO
 No no, figliuola cara,
 dispensatevi pur da tal finezza.
 Quand’ho un poco di bene, mi consolo
490ma quel poco di ben lo voglio solo.
 LESBINA
 Che dite? Io non v’intendo.
 NARDO
                                                    Chiaramente
 dunque mi spiegherò.
 Siete impegnata, il so, con altro amico
 e a me di voi non me n’importa un fico.
 LESBINA
495V’ingannate, lo giuro, e chi è codesto
 con cui di me si crede
 impegnata la fede?
 NARDO
                                      È un forastiero
 che mi par cavaliero,
 giovane, risoluto, ardito e caldo.
 LESBINA
500(Ora intendo il mister. Sarà Rinaldo).
 Credetemi, v’ingannate,
 vostra sono, il sarò, ve l’assicuro,
 a tutti i numi il giuro.
 Non ho ad alcuno l’amor mio promesso.
505Son ragazza e ad amar principio adesso.
 NARDO
 S’ella fosse così...
 LESBINA
                                  Così è purtroppo.
 Ma voi siete pentito
 d’essere mio marito,
 qualch’altra donna amate
510e per questo, crudel, mi discacciate.
 NARDO
 No, ben mio, no carina;
 siete la mia sposina e se colui
 o s’inganna o m’inganna o fu ingannato,
 dell’inganno sarà disinganato.
 LESBINA
515Dunque mi amate?
 NARDO
                                       Sì, v’amo di cuore.
 LESBINA
 Siete l’idolo mio.
 NARDO
                                  Siete il mio amore.