Il filosofo di campagna, Vienna, Ghelen, [1759]

 SCENA III
 
 RINALDO, DON TRITEMIO e LESBINA
 
 RINALDO
380Se da Eugenia dipende il piacer mio,
 di sua man, del suo cor certo son io.
 LESBINA
 Signor padron voi siete domandato.
 RINALDO
 (Ci mancava costei).
 DON TRITEMIO
                                        Chi è che mi vuole?
 LESBINA
 Un famiglio di Nardo.
 DON TRITEMIO
385Senta signor! Del genero un famiglio
 favellarmi desia,
 onde vossignoria,
 se altra cosa non ha da commandare,
 per cortesia se ne potrebbe andare.
 RINALDO
390Sì sì, me n’anderò ma giuro ai numi,
 vendicarmi saprò. Destin crudele!
 Anche contro di te sarò fedele.
 
    Indegni fuggite
 iniqui tremate,
395non ho più ritegno,
 avvampo di sdegno
 (né posso il mio bene
 crudele chiamar). (Parte)