Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA IX
 
 APAMIA, ORONTE
 
 Oronte
 Si dispera il mio core.
 Apamia
225Della sua figlia altera
 frenerà il genitor l’ira e l’orgoglio.
 Oronte
 Ah, mia cara germana,
 usa ogn’arte, ogni vezzo;
 fingi, prega, lusinga.
230Su il cuor di Mitridate
 io conosco il poter degli occhi tuoi.
 Sì; felice sarò, se tu pur vuoi.
 Apamia
 Oronte, in me tu non isperi invano;
 ad amata beltà nulla si niega,
235se forza ha mai beltà che piange e priega.
 
    Vezzi, lusinghe e sguardi
 saranno i soli dardi
 che mi darà l’amor.
 
    Per te nel regio petto
240guerra faran quest’armi;
 ma più per vendicarmi
 di quel ingrato cor.