Il filosofo di campagna, Bruxelles, 1759 (Il tutore burlato)

 SCENA II
 
 DON TRITEMIO, indi LISETTA
 
 DON TRITEMIO
470Poffar del nero mar! Non mi do pace.
 Ma la via vo’ trovare
 per la barca a me stesso rivoltare.
 Lisetta dove sei?
 LISETTA
 Eccomi a voi signor, che m’imponete?
 DON TRITEMIO
475Va’ presto dal dottore
 e fa’ che qui ne venga prestamente.
 LISETTA
 Ed a che serve mai?
 DON TRITEMIO
 Per gastigar costoro;
 fa’ presto, sbrigati.
 LISETTA
                                     Pronta men vado.
480(Voglio avisar del tutto la padrona).
 DON TRITEMIO
 Sentimi ben; per via
 nulla di ciò parlar né pure in casa.
 LISETTA
 A chi volete ch’io di ciò parli?
 DON TRITEMIO
 Basta, sollecita, ch’io qui t’attendo
485e se il dottore viene
 ad avvertirmi corri.
 LISETTA
 Lasciate a me la cura
 e togliete dal cor ogni paura.
 
    Lasciate oprare a me
490padrone caro e bello
 che in questo mio cervello
 giudizio assai ci sta.
 
    So far l’innocentina,
 so far la boriosa,
495voi mi sapete già.