Il filosofo di campagna, Bruxelles, 1759 (Il tutore burlato)

 SCENA PRIMA
 
 DON TRITEMIO e RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Canaglia maledetta
 me la fanno sugl’occhi.
 Quella sfacciata...
 RINALDO
                                   Lei vuol maritarsi
 con chi gli pare e piace.
 DON TRITEMIO
440Sì eh...
 RINALDO
                Certo che sì. E se credete
 di farla a voi soggetta, v’ingannate.
 DON TRITEMIO
 Si dovrà legare con chi vogl’io
 e quel signor notaro...
 RINALDO
 Taci stolto che sei.
 DON TRITEMIO
445Che petulanza è questa?
 RINALDO
 Ciò che possiede è dota di sua nonna
 e dar la vuole a chi gli pare e piace.
 DON TRITEMIO
 Testamentario esecutor son io,
 concludo che a mio modo si sposerà
450o fuor di casa mia se n’anderà.
 RINALDO
 Di questo poi si parlerà; per ora
 pensi a darle la dote che gli aspetta.
 DON TRITEMIO
 Questo non sarà mai.
 RINALDO
 E ben or lo vedremo,
455già tengo nelle mani
 tutte le sue scritture.
 DON TRITEMIO
 Questo ancora di più! A brani il petto
 lacerarti vorrei
 sola cagion di tutti i mali miei.
 RINALDO
460Di’ pure ciò che vuoi, nulla pavento
 ed ho cuor d’incontrar ogni cimento.
 
    Guerrier che valoroso
 nell’assalir si veda
 quand’ha in poter la preda
465perderla non potrà.
 
    Pianti, fatiche e pene
 mi costa l’idol mio
 e il fato crudo e rio
 tormela non potrà. (Parte)