Il filosofo di campagna, Bruxelles, 1759 (Il tutore burlato)

 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO, indi RINALDO, LISETTA e CAPOCCHIO
 
 DON TRITEMIO
 Si vede chiaramente
 che la natura in lei parla innocente.
 LISETTA
175Signor? È un cavaliere
 col notar della villa in compagnia
 che brama riverir vosignoria.
 DON TRITEMIO
 Vengano. Col notaro!
 Qualchedun che bisogna ha di denaro.
 RINALDO
180Compatite signor...
 DON TRITEMIO
                                      La riverisco.
 RINALDO
 Compatite se ardisco
 replicarvi l’incomodo... Temendo
 che non siate di me ben persuaso,
 ho condotto il notaro,
185il qual patente e chiaro
 di me vi mostrerà
 titolo, parentela e facoltà.
 DON TRITEMIO
 (È redicolo invero).
 CAPOCCHIO
                                       Ecco signore
 l’istromento rogato
190d’un ricco marchesato;
 ecco l’albero suo, da cui si vede
 che per retto cammino
 vien l’origine sua dal gran Pipino.
 DON TRITEMIO
 Oh capperi! Che vedo!
195Quest’è una cosa bella in verità.
 RINALDO
 Mostrateli i poderi,
 mostrategli sinceri i fondamenti.
 CAPOCCHIO
 Questi sono istromenti
 di compre, di censi e di livelli,
200questi sono contratti buoni e belli.
 
    Nel Quattrocento
 sei possessioni.
 Nel Cinquecento
 quattro valloni.
205Anno millesimo
 una duchea.
 Milletrentesimo
 una contea.
 Emit etcaetera.
 
210   Case e casoni,
 giurisdizzioni,
 frutti annuali,
 censi e cambiali.
 Sic etcaetera
215cum etcaetera.