Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ARGOMENTO
 
    Quel famoso Mitridate, re di Ponto e d’altre provincie dell’Asia, che con quarant’anni di continua guerra quasi stancò la potenza romana, per farsi sempre più forte contro della medesima, cercò per suo collega Tigrane, re dell’Armenia; e per esserne più sicuro, gli diede la propria figliola, Cleopatra, in isposa (Giustino istorico, libro XXXVIII).
    Fingesi che tra i re d’Armenia e quei di Ponto fosse grande ed antica inimicizia, che Tigrane, invaghitosi, per fama, della bellezza di Cleopatra, colà, sotto nome d’Argene, si portasse, e che, servendo il di lei padre in armata, per suo valore non solo giugnesse ad esserne capo, ma che in poco tratto acquistasse a Mitridate i regni di Bitinia e di Capadoccia, di questo spogliandone Ariobarsene e di quello poi Nicomede.
    Fingesi inoltre che di occulto vicendevole amore ardessero Cleopatra e Tigrane, e che alle nozze della medesima aspirasse anco Oronte, fratello di Apamia, dama di Ponto, amante, non curata, di Tigrane ed amata da Mitridate, già libero per la morte della consorte; ma la costanza di Cleopatra ed il valor di Tigrane trionfano.
    La scena fingesi in Sinope, città di Ponto.