Il filosofo di campagna, Presburgo, Landerer, 1759

 SCENA VIII
 
 LENA e detti, poi LESBINA
 
 NARDO
 Che volete voi qui?
 LENA
                                      Con sua licenza,
 alla sposa vorrei far riverenza.
 DON TRITEMIO
230Ora la chiamerò.
 NARDO
 Concludiamo le nozze.
 DON TRITEMIO
                                           Io presto fo. (Parte)
 LENA
 Signor zio com’è bella?
 NARDO
 La vedrai, è una stella.
 LENA
 È galante, è graziosa?
 NARDO
235È galante, è gentile ed è amorosa.
 LENA
 Vi vorrà ben?
 NARDO
                            Si vede
 da un certo non so che
 che l’ha la madre sua fatta per me.
 A pena ci siam visti,
240un incognito amor di simpatia
 ha messo i nostri cuori in allegria.
 
    Son pien di giubilo,
 ridente ho l’animo,
 nel sen mi palpita
245brillante il cor.
 
 LENA
 
    Il vostro giubilo
 nelle mie viscere
 risveglia ed agita
 novello ardor.
 
 LESBINA
 
250   Sposino amabile (Esce da una camera)
 per voi son misera,
 mi sento mordere
 dal dio d’amor.
 
 NARDO
 
    Vieni al mio seno
255sposina mia.
 
 LENA
 
 Signora zia
 a voi m’inchino.
 
 A TRE
 
 Dolce destino!
 Felice amor!
 
 LESBINA
 
260   Parto, parto; il genitore...
 
 NARDO
 
 Perché partir?
 
 LESBINA
 
                              Il mio rossore
 non mi lascia restar qui. (Entra donde è venuta)
 
 NARDO
 
    Vergognosetta
 la poveretta
265se ne fuggì.
 
 LENA
 
    Se fossi in lei
 non fuggirei
 chi mi ferì.
 
 DON TRITEMIO
 
    La ricerco e non la trovo.
270Oh che smania in seno io provo;
 dove diavolo sarà?
 
 NARDO, LENA
 
 Ah! Ah! Ah! (Ridono)
 
 DON TRITEMIO
 
 Voi ridete? Come va?
 
 NARDO
 
 Fin adesso è stata qua.
 
 DON TRITEMIO
 
275Dov’è andata?
 
 LENA
 
                             È andata là.
 
 DON TRITEMIO
 
 Quando è là, la troverò
 e con me la condurrò. (Entra nella camera)
 
 NARDO
 
    Superar il genitore
 potrà bene il suo rossore.
 
 LENA
 
280Non è tanto vergognoso
 il suo core collo sposo.
 
 A DUE
 
 Si confonde nel suo petto
 il rispetto coll’amor.
 
 LESBINA
 
    Presto presto, sposo bello,
285via porgetemi l’anello,
 che la sposa allor sarò. (Torna)
 
 LENA
 
 Questa cosa far si può.
 Ecco, ecco, io ve lo do. (Le dà un anello)
 
 LESBINA
 
    Torna il padre; vado via.
 
 NARDO
 
290Ma perché tal ritrosia?
 
 LESBINA
 
 Il motivo non lo so.
 
 LENA
 
 Dallo sposo non fuggite.
 
 LESBINA
 
 Compatite, tornerò. (Torna nella camera)
 
 NARDO, LENA
 
    Caso raro, caso bello!
295Una sposa coll’annello
 ha rossor del genitor.
 
 DON TRITEMIO
 
    Non la trovo.
 
 A DUE
 
                              Ah ah ah! (Ridendo)
 
 DON TRITEMIO
 
 Voi ridete?
 
 A DUE
 
                        È stata qua.
 
 LENA
 
 Collo sposo ha favellato.
 
 NARDO
 
300E l’anello già le ho dato.
 
 DON TRITEMIO
 
 Alla figlia?
 
 A DUE
 
                       Signorsì.
 
 DON TRITEMIO
 
 Alla sposa?
 
 A DUE
 
                        Messersì.
 
 A TRE
 
 Quel ch’è fatto fatto sia.
 Stiamo dunque in allegria,
305che la sposa vergognosa
 alla fin si cangierà;
 e l’amore nel suo core
 con piacer trionferà.
 
 Fine dell’atto primo