Il filosofo di campagna, Barcellona, Campins, [1758]

 SCENA XV
 
 LESBINA e LA LENA
 
 LENA
 (Mio zio, ricco sfondato
 non si puole scordar che vile è nato).
 LESBINA
950Signora, mi rincresce
 ch’ella sarà nipote
 d’una senza natali e senza dote.
 LENA
 Certo che il zio poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
955Che nella nobilità
 resti pregiudicato
 certamente è un peccato. Imparentarmi
 arrossire dovrei
 con una contadina come lei.
 LENA
960Son contadina, è vero,
 ma d’accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché dal pari
 talor di nobiltà vanno i denari.
 LESBINA
 Udita ho una novella
965d’un somar che solea
 con pelle di leone andar coperto
 ma poi dal suo ragghiar l’hanno scoperto.
 Così voi vi coprite
 talor con i denari
970ma siete nel parlar sempre somari. (Parte)