Statira, Venezia, Pitteri, 1756

 SCENA IV
 
 STATIRA, poi ARTABANO
 
 Statira
 Ferma Arbace, mi ascolta. Ahimè s’invola,
880ahi, che misera e sola
 con mille affetti e mille dubbi in cuore
 in balia mi abbandona al mio dolore.
 Artabano
 Ah, regina, un momento
 può decider di te. La reggia innonda
885stuol d’armati guerrieri; e solo Arbace
 tenta d’opporsi invano
 al nemico furor.
 Statira
                                Corri, Artabano,
 va’ in soccorso del prence... Ah che la turba
 de’ felloni vassalli a me si appressa.
890Arbace... oh dei! Difenderollo io stessa. (Parte)