Statira, Venezia, Pitteri, 1756

 SCENA PRIMA
 
 Sala terrena.
 
 ROSANE, poi LEARCO
 
 Rosane
 E Learco non veggo? In me il desio
780cresce ognor di vendetta. Ognor dinanzi
 l’orgoglioso sembiante ho di Statira
 né si pasce il mio cuor che d’odio e d’ira.
 Learco
 Ah Rosane...
 Rosane
                          Che rechi? Occupa ancora
 questo soglio Statira?
 Learco
                                          È d’ogn’intorno
785circondata la reggia. I miei seguaci
 non attendon che un cenno...
 Rosane
                                                       E questo cenno
 perché mai si ritarda? Il tempo vola.
 Un sol punto tradisce
 talora un gran disegno. Ah vanne; al trono
790tolgasi una tiranna; al mondo tutto
 vaglia a giustificarti
 l’onta mia, l’amor suo, l’arbitrio ingiusto
 che si usurpa l’audace.
 Learco
                                            E poi...
 Rosane
                                                            Paventi
 ancor della mia fé? Prendi; la destra
795ora in pegno ti do. Torna felice
 e mio sposo sarai. Con quest’amplesso
 si avvalori il tuo cor.
 Learco
                                        Destra soave,
 tenerissimo amplesso,
 vinto sono, il confesso. A farmi ardito
800basta un tuo sguardo solo.
 Rosane
 E ancor t’arresti?
 Learco
                                   Ad obbedirti io volo. (Parte)