Statira, Venezia, Pitteri, 1756

 SCENA V
 
 ROSANE, poi LEARCO
 
 Rosane
565Ah non fia ver ch’io soffra
 quest’ingiuria con pace. Alla vendetta
 si armi la destra mia.
 Learco
                                          Rosane, io vengo
 d’una pubblica voce
 da te il vero a saper. Vuole ciascuno
570che Arbace prigioniero
 sia del cor di Statira. È vero?
 Rosane
                                                       È vero.
 Learco
 Evvi talun che crede
 che suo sposo sarà.
 Rosane
                                     Learco, adori
 veramente Rosane?
 Learco
                                       Il sai, mia vita,
575s’io sospiro per te. Nuova più lieta
 sperar io non potea. Se tu d’Arbace
 oggi sposa non sei...
 Rosane
                                       S’è ver che mi ami,
 questa prova ti chiedo. Il nodo ingiusto
 di Statira e d’Arbace
580impedisci o disciogli; usa la forza,
 se il consiglio non vale. In tuo potere
 sono le regie guardie. Ad un tuo cenno
 non si opporranno le milizie. Ah vanne,
 usa l’ardir, usa la frode ancora.
585Ceda Arbace Statira o l’empia mora.
 Learco
 Barbara, a che mi sproni? Io dovrei dunque
 guidarti in seno al mio rival? Spietata
 non mi schernir così.
 Rosane
                                         T’inganni; aborro
 anzi il nome d’Arbace;
590ma la femmina audace,
 ma quel core orgoglioso
 non vuo’ che ad onta mia stringa uno sposo.
 Learco
 E fidarmi potrò?
 Rosane
                                  Sì, pria che Arbace,
 la morte io sposerò; lo giuro ai numi,
595fidati pur di me. La mia vendetta
 sollecita, se mi ami.
 Learco
                                       E poi, mia vita,
 sarà mio quel bel cor? Della tua fede
 potrò poi lusingarmi?
 Rosane
 Vanne; pensa per ora a vendicarmi.
 Learco
600Come in spoglia sì bella
 puote albergar alma sì cruda? Oh dei!
 Sol di straggi t’appaghi? E sol ti piace
 un cor che fido t’ama
 sospirando veder fra mille affanni?
 Rosane
605Se mi credi crudel, troppo t’inganni.
 
    Non mi chiamar crudele,
 non m’accusar d’ingrata.
 Se mi sarai fedele
 spera pietade ancor.
 
610   Scopri nell’alma mia
 forse dell’ira un segno
 ma divenir lo sdegno
 forse potrebbe amor. (Parte)