La pupilla, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA II
 
 TRITICONE e detta
 
 Triticone
 Rosalba, io già non dico
 che il cantar sia indecente;
 pur talvolta è cagion di qualche male.
 Per essempio talun passa per strada,
65sente a cantar, si ferma, esso dimanda
 chi abita quivi e chi è colei che canta;
 gli risponde un vicino:
 «Quest’è una giovinetta
 bizzara, graziosetta» e che so io;
70tosto in quel passaggiero entra il desio
 di vedervi e parlarvi, onde vedete
 se il cantar fa più mal che non credete.
 Rosalba
 Permettete, signor, ch’io vi risponda
 col dovuto rispetto.
75Supposto tutto quel che avete detto,
 se un giovin si fermasse,
 mi sentisse cantar, di me cercasse,
 mi volesse veder, parlarmi ancora,
 che mal sarebbe mai?
 Triticone
                                           Zitto! Che dite?
80Che mal sarebbe mai? Tutto quel male
 che immaginar si può. Se voi sapeste
 cosa sono, figliuola,
 i giovin d’oggidì! Altro non cercano
 che ingannar le fanciulle.
 Rosalba
85Sì buona non sarei
 di lasciarmi ingannar.
 Triticone
                                           Eh semplicetta,
 è tanta l’arte loro e il loro ingegno
 che donna già matura
 fuggir non sa il periglio;
90pensate voi che siete
 giovin di prima età, senza consiglio.
 Rosalba
 Gli uomini dunque son tanto cattivi?
 Triticone
 Non tutti, figlia mia, ma per lo più
 il peggior mal sta nella gioventù.
 Rosalba
95E dovrò dunque sempre
 star ritirata in casa,
 non cantar, non parlar? Con questa vita,
 voi volete ch’io mora intisichita.
 Triticone
 Un poco di pazienza;
100io saprò consolarvi.
 Rosalba
                                      In qual maniera?
 Triticone
 Dirvela ancor non deggio.
 Rosalba
 Deh non mi tormentate;
 sapete che le donne son curiose;
 ditelo adesso dunque, se mi amate.
 Triticone
105(A un sì forte scongiuro io non ressisto,
 l’amo purtroppo!) Udite,
 vi voglio maritar.
 Rosalba
                                   Ma come mai,
 se tanto mal degl’uomini diceste?
 Triticone
 Dei gioveni parlai ma non de’ vecchi.
 Rosalba
110Che? Forse?...
 Triticone
                             Sì mia cara,
 io voglio maritarvi
 ed un vecchio prudente io voglio darvi.
 Rosalba
 Un vecchio? Un vecchio a me?
 (Il mio signor tutor s’inganna affé).
 Triticone
 
115   Che gran fortuna
 se vi toccasse
 un vecchiarello
 robusto e bello,
 come son io!
 
120   I gioveni d’oggi
 credetemi, o figlia,
 non serbano fede,
 ben pazza è chi crede
 al loro desio.