Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA XV
 
 ORONTE e soldati
 
 Oronte
 Ah che dirmi potrai? Lo so, mi vinse
 di Decebalo il figlio,
 di Artalice il germano,
 di Daccia il successor, quel ch’io non seppi
1035far più cauto perir, quel che scoperti
 ha li disegni miei;
 che vuoi dirmi di più! So qual tu sei.
 Iniquissima sorte, io sarò dunque
 scherno de’ miei nemici! Il re de’ Sciti
1040sotto l’infame scure
 il collo piegherà? V’è ciel? V’è inferno?
 V’è chi soccorrer possa
 un monarca infelice? Ah che vaneggio!
 Sordo ciel, crudo inferno! Io perir deggio.
 
1045   Barbara sorte,
 dov’è la morte!
 Venga una spada,
 venga a svenarmi.
 
    Ah che spietato
1050l’iniquo fato
 non è ancor sazio
 di tormentarmi.
 
    Ma se sottrarmi
 non posso altronde,
1055saprò nell’onde
 precipitarmi. (Si getta dalla loggia nel fiume)
 
 Fine dell’atto secondo