Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 AMASIA ed ALCASTO
 
 Amasia
 Ah non tenermi in pene,
 dimmi, Alcasto, chi a me toglie il mio bene?
 Alcasto
815(Non si avventuri il ver). Povera Amasia,
 ti compatisco. Meritava invero
 più costanza il tuo amor. Novella fiamma
 arde il cor d’Alcamene.
 Amasia
                                             Oh me infelice!
 Chi creduto l’avria? Poté scordarsi
820de’ giuramenti suoi! Né teme l’empio
 i fulmini del ciel?
 Alcasto
                                   Non è del tutto
 teco ingrato però. Se del suo core
 è costretto a privarti, ei ti provide,
 bella, d’un altro cor.
 Amasia
                                       L’affetto mio
825v’è chi spera ottener?
 Alcasto
                                          Sì, son quell’io.
 Amasia
 Ah perfido! T’intendo. Hai congiurato
 tu pure a’ danni miei. Tu l’hai sedotto.
 Mi abbandona per te. Ma l’odio mio
 sempre attendi maggior. Crudele, aspetta
830in mercé del tuo amor la mia vendetta.
 
    Perfido mostro,
 ti aborrirò.
 
    M’hai tu involato
 l’idolo amato;
835per te son misera;
 smanio per te.
 
    Di sdegno armata,
 ti punirò.
 
    Quel traditore
840barbaro core
 vuo’ veder lacero
 per tua mercé.