Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 ALCASTO e detti
 
 Alcasto
 Oh dei! D’infauste nuove
400io vengo, Ermondo, apportator.
 Amasia
                                                           Che fia?
 Ermondo
 Lo previdi, lo so; sposa, vuoi dirmi,
 Artalice è d’Oronte. Il ciel per sempre
 mi privò del mio bene.
 Alcasto
 Ah t’inganni, signor, morto è Alcamene.
 Ermondo
405Come!
 Amasia
                Spietato! E hai cuore
 di dirlo in faccia mia? Sai pur ch’io l’amo.
 All’annuncio improviso
 vuo’ vedermi morir?
 Alcasto
                                         So il tuo valore.
 Non ti uccise il piacer, meno il dolore.
 Ermondo
410Ritirati, germana.
 Amasia
                                    Iniquo fato,
 puoi di più tormentarmi? Apprendo appena
 che cosa è amor che a sospirar comincio.
 Lungi dal mio tesoro in mar d’affanni
 vivo penando; e quando spero il porto,
415la mia speranza, il mio Alcamene è morto.
 
    È sì grande il mio dolore,
 la mia pena è fiera tanto
 che mi toglie ancor del pianto
 l’infelice libertà.
 
420   Non so dir fra tanti affanni
 come viver possa un cuore,
 come d’astri sì tiranni
 sofra ancor la crudeltà. (Parte)