Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 ORONTE solo
 
 Oronte
 V’è sul cuor d’Artalice
 chi ha più poter di me? V’è chi d’Oronte
 più temere si fa? Questa rivale
370sovranità non soffro. Olà, s’atterri (Entrano le guardie)
 la sognata deità. L’effigie mia
 là sia riposta. I miei dovuti onori
 altrui non cedo. Sia ambizione o orgoglio,
 sia tirannide ancora, io così voglio. (Mentre i soldati d’Oronte vanno per demolir la statua, s’oppongono i custodi e li ministri del tempio, fra’ quali segue una zuffa)
375Temerari! Cotanto (Impugna la spada)
 s’ardisce in faccia mia? Questi del tempio
 presontuosi ministri
 vorrian regnar della pietà col manto.
 Li abbasserò, li struggerò; cadranno
380con inaudito scempio
 i rei custodi, i sacerdoti e il tempio.
 
    Quando giugne la fera all’ovile,
 quando inalzasi il mare fremente,
 quando spianta la messe il torrente,
385fia minore la strage, il terror.
 
    Egualmente del forte e del vile
 vuo’ che tremi, che palpiti il core.
 Rispettarmi farò col timore;
 della plebe non curo l’amor.