Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Deliziosa nella regia.
 
 ORONTE e TARPACE
 
 Oronte
 O sarà mia Artalice o questo regno
 distruggerò. Non vuo’ che mi contrasti
 poca gente indiscreta, e solo vaga
 d’opporsi al suo signore,
5l’arbitrio al mio voler, la pace al cuore.
 Tarpace
 Vincer la plebe è lieve cosa. I grandi
 tremeranno avviliti; ah non so quanto
 facil sarà l’orgolio
 d’Alcamene fiaccar; lo sai, ritorna
10carco di spoglie e di trofei.
 Oronte
                                                   Tarpace,
 odimi; alla tua fede
 nulla deggio celar. So che si oppone
 di Decebalo il figlio
 al paterno voler, so che minaccia
15l’ultima volontà, la legge e i patti
 franger del genitor; ei m’odia; ei pensa
 alla real mia mano
 Artalice negar. Ma il pensa invano.
 Tarpace
 Ah paventar dobbiamo
20giovine condottier d’armi felici.
 Troppo è vicino. I ponti
 fe’ su l’Istro gettar. Passò gran parte
 dell’esercito suo. Forse a quest’ora
 le mura discoprì. Disegna forse
25in questo punto istesso
 la facil via di rimirarti oppresso.
 Oronte
 Mi conosci, Tarpace, e così parli?
 E così pensi?
 Tarpace
                           Io non ti vidi mai
 sì lento oprar.
 Oronte
                             Di questa al cor d’Oronte
30forastiera lentezza
 cagione è amor. L’affetto d’Artalice
 mi cale, il sai; me ne lusingo e scorgo
 che studiata pietà vince il suo orgoglio.
 Mi sdegneria crudel. Sol per piacerle,
35sino ad un certo segno
 disposto ho il core a simular lo sdegno.
 Tarpace
 Ma se giugne Alcamene...
 Oronte
                                                 Eh no, Tarpace,
 non giugnerà.
 Tarpace
                             Perché?
 Oronte
                                              Perché a quest’ora
 forse non vive più. Conosci Orcane,
40duce antico e sagace?
 Tarpace
                                          A me è ben noto.
 Oronte
 Io lo mandai con finta pace in volto
 Alcamene a incontrar. Di ferro e tosco
 munito andò; ma più di gemme ed oro,
 prezioso incanto alle segrete guardie
45destinato del prence. I suoi più fidi
 sono miei da gran tempo; avranno a gara
 sospirato piacermi ed io, Tarpace,
 punisco e non minaccio;
 getto il colpo fatale e ascondo il braccio.
 Tarpace
50Opportuno è il disegno; andar fallace
 potria però.
 Oronte
                         Trarmi di pugno il brando
 non pertanto vedrai. Chiederò ai Sciti
 del lor valor le usate prove; alfine
 vendicherà la forza
55gli oltraggi del destin.
 Tarpace
                                          Propizio fato
 ti secondi, signor; sai che d’Amasia
 arde il mio cor, che destinata al letto
 ella fu d’Alcamene; estinto il prence,
 rimane in tuo poter. Tu puoi dar legge
60anco agli affetti suoi. Deh non negarmi
 poterla conseguir, se alla mia fede
 premio sperar mi lice.
 Oronte
 S’io felice sarò, sarai felice.
 
    Terribile a’ nemici
65fulminerà il mio sdegno.
 Ma in solevar gli amici
 sarò clemente ancor.
 
    Sì, con eguale impegno
 serbo a tre vari oggetti
70tre diferenti affetti,
 ira, pietade e amor. (Parte)