Le virtuose ridicole, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 ERIDENO, poi AFFRODISIA
 
 Erideno
 Basta, mi proverò.
 Qualche cosa dirò... Ma qui si appressa
 la mia vaga e gentil filosofessa.
 Affrodisia
205Siete ostinato ancora
 il vacuo a sostener?
 Erideno
                                      No, mia signora;
 non son sì temerario.
 Sol per scherzar con voi dissi il contrario.
 Affrodisia
 Avete voi studiata
210ben la filosofia?
 Erideno
 L’ho studiata. (Non so che cosa sia).
 Affrodisia
 Parlando dell’amore
 filosoficamente,
 qual sistema tenete?
 Erideno
                                         Io sosterrò
215che amore è un certo foco
 che nasce a poco a poco in mezzo al core,
 ch’or ci reca diletto, ora dolore.
 Affrodisia
 Bravissimo davvero,
 questa è la tesi mia.
220Tanta filosofia
 in voi, no, non credevo.
 Erideno
 (Son filosofo dunque e nol sapevo).
 Affrodisia
 Ma l’amorosa fiamma,
 che poi si dice amore,
225come introdur si può nel nostro cuore?
 Erideno
 Da due pupille belle
 escono le fiammelle
 e penetran nel petto
 ad introdur l’affetto.
 Affrodisia
                                        Bravo assai.
230Io non intesi mai
 filosofia più bella. In voi diffuse
 il cielo un sì bel dono.
 Erideno
 (Senza studiar filosofo già sono).
 Affrodisia
 A me peraltro piace
235quella filosofia
 chiamata naturale,
 dimostrativa ed esperimentale.
 Erideno
 E questo è il fondamento
 del mio sodo argomento,
240dagli occhi vostri uscito è il dolce ardore
 che nel mio seno è diventato amore.
 
    Da quei vaghi amati rai
 uscir vidi un dolce foco;
 ei mi accese e a poco a poco
245fe’ quest’alma innamorar.
 
    Non avea provato mai
 tanto affetto nel cor mio;
 or filosofo son io;
 so d’amore disputar.