Le virtuose ridicole, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 GAZZETTA, poi ERIDENO
 
 Gazzetta
 Oh questa è bella assai!
 Io non ho pianto mai
 per alcuna disgrazia
155e or piangerò con questa bella grazia?
 Erideno
 Caro Gazzetta amico,
 son in un grande intrico.
 Amo Affrodisia mia
 ed ella è piena di filosofia.
 Gazzetta
160Ebben? Filosofando
 si anderà innamorando;
 basta, se voi volete innamorarla,
 che sapiate con arte secondarla.
 Amo anch’io Melibea,
165pazza per i romanzi; e per potere
 viver seco giocondo,
 sto zitto e la secondo;
 e dico che son vere
 e credere si denno
170le istorie di Bertoldo e Cacasenno.
 Erideno
 Ma io non ho studiato.
 A scuola sono stato
 ma sol, come far sogliono i scolari,
 ho imparato a giocar i miei denari.
175Io di filosofia non ne so punto;
 de’ suoi termini ognor m’ho fatto beffe
 e dirò dei spropositi a bizeffe.
 Gazzetta
 Dite ciò che volete;
 spropositate pur senza riguardo;
180già la filosofessa
 con tutti i studi suoi
 non ne sa più di voi;
 e i filosofi stessi,
 che per troppo studiar han fatto il callo,
185dicon spropositacci da cavallo.
 Erideno
 Ma il mondo li rispetta;
 ma a lor si presta fede.
 Gazzetta
 Sì, perché all’apparenza il mondo crede.
 Ma quei filosofoni,
190quando qualche passion li porta via,
 mandan da parte la filosofia.
 
    Corre al mondo un’oppinione
 che fa rider chi ne sa,
 che i scolari di Platone
195fan l’amor con onestà.
 
    Voi che dite? Gli credete?
 Se si trova un platoncino
 presso qualche bel visino,
 ah! che dite? Come andrà?
200Tutto foco a poco a poco
 il filosofo sarà.