Candace, Venezia, Rossetti, 1740

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 LAGIDE creduto Aulete e NICETA
 
 LAGIDE
 Begli occhi di Niceta,
 a cui date l’onor del vostro pianto?
475Se ad Evergete, o quanto
 debbo a la mia grandezza; e se ad Aulete
 quanto debbo al mio amor.
 NICETA
                                                    O caro sempre
 martirio del cor mio, ti perdo amante,
 ti ritrovo german; germano ancora
480perderti io debbo? A tante
 pene è pur poca una sol alma.
 LAGIDE
                                                        Eh cara,
 dobbiamo al sangue nostro
 una virtù, che al basso
 volgo sovrasti, esercitiamla in questo
485giorno fatal; ti basti
 saper ch’io muoio grande e muoio tuo.
 NICETA
 Tu morir, Evergete?
 Aulete, tu morir?
 LAGIDE
                                   Muoio Niceta;
 quale principe il debbo;
490e quale amante il voglio;
 non mi sia colpa e non mi sia bassezza,
 se nel punto crudel del morir mio,
 sarà l’ultimo accento
 e del labbro e del cor, Niceta, addio. (Parte)