Le pescatrici, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 Eccellenza,
    la maggior fortuna che io rimarco nella mia impresa si è il vedere onorato questo teatro con tanta benignità e frequenza dall’eccellenza vostra. Un cavaliere d’intelligenza, di spirito e di buon gusto accredita certamente quell’opera per cui dimostra predilezione ed io ne riconosco gloria e vantaggio e prendo sempre più argomento di assicurarmi d’un esito fortunato. In umile testimonianza dell’ossequio mio consacro al nome grande di vostra eccellenza questa seconda operetta, intitolata Le pescatrici, opera che certamente non corrisponde all’alto merito vostro ma che spero sarà dalla vostra benignità graziosamente aggradita. Nel mentre che avete l’animo applicato al piacere delle teatrali rappresentazioni, tempo non parmi di ragionarvi delle glorie vostre e de’ vostri eccelsi progenitori; peraltro so benissimo che la casa de’ principi di Pons puol vantarsi d’essere una delle prime del regno di Francia ed è stata sempre nelle prime cariche, sia alla corte, sia nell’armi; questa casa fioriva nel tempo delle crociate in Terra Santa; ed è imparentata colla casa di Buglione ed altre prime del regno.
    Ho letto nelle storie della Francia ch’uno di questa gran casa chiamato Giovanni fu scelto dopo una lunga guerra per li re di Francia e d’Inghilterra arbitro fra questi due sovrani, quali pretendevano il ius di sovranità delle provincie di Guienne e del Xaintonge delle quali il sudetto Giovanni ne era signore, indi si pose egli stesso sotto la protezione della Francia. Quando Enrico terzo re di Francia e di Polonia instituì l’ordine reale de’ cavalieri dello Spirito Santo nell’anno 1579, so che un avo vostro paterno ne fu uno delli primi insigniti; su tutto ciò potrei fondare un elogio a voi e alla vostra gran casa ma né l’occasione né il tempo né la vostra modestia me lo permette, onde vi supplico soltanto degnarvi di continovare a me ed all’impresa mia l’autorevole protezion vostra e permettere ch’io possa gloriarmi d’essere, quale con profondo ossequio mi rassegno, di vostra eccellenza umilissimo, ossequiosissimo, obbligatissimo servitore.
 
    Prospero Olivieri impresario
 
    Venezia, li 24 decembre 1751