Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 BRUNORO di dentro tocca il tamburo e detti
 
 Contessa
 Oimè? (Siede tremando)
 Marchese
                 Non paventate,
 son io con voi, lo spettro non mirate. (Ripara in modo che non vede Brunoro)
 Brunoro
 
525   Sposa, sposa, io ti comando
 dar la mano al marchesino,
 egli merta poverino
 la tua fede ed il tuo amor. (Canta in tuono tetro, accompagnandosi col tamburo, indi parte)
 
 Marchese
 Contessa avete inteso?
530Il conte parlò chiaro;
 il nostro matrimonio a lui fia caro.
 Contessa
 Ma se mi trema il cor.
 Marchese
                                           Viver volete
 sempre mesta così? Deh serenatevi.
 Deh tosto allontanatevi
535da questo albergo tristo e doloroso;
 deh venite a gioir con uno sposo.
 Contessa
 Ah marchese, non so...
 Che risolvo? Che fo?
 Marchese
                                        (Già va cedendo).
 Mia cara io sol pretendo
540rendervi lieta; se la destra mia,
 se l’amor mio vi piace
 le larve spariran, vivrete in pace.
 Contessa
 Ah non so dir se amore,
 necessità o timore
545a credere mi spinga;
 e una nuova speranza or mi lusinga.
 Marchese
 Oh care note, oh care
 che mi rendano lieto!
 Contessa
                                          Avrei bisogno
 di riposar.
 Marchese
                       E riposar vorrete
550sola così? Con una larva intorno
 non temete star sola? Ah se vi piace
 la mia fede gradir, da voi, mia bella,
 io non mi staccherò.
 Contessa
                                        Troppo gentile,
 troppo, marchese mio. Dorinda meco
555farò venir. Itene pure; a tanto
 non v’avanzate ancor.
 Marchese
                                          Per obbedirvi
 tosto men vo. Sol di piacervi, o cara,
 il mio cuore desia.
 (Tra il timore e l’amor domani è mia). (Da sé)
 
560   V’accenderà nel seno
 amore un più bel foco.
 Vedrete a poco a poco
 la face scintillar.
 
    La fedeltà s’apprezza
565quant’è più salda e forte
 ma poi doppo la morte
 la fé non suol durar.