Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 CECCO e detto
 
 Cecco
                                       Ma a quest’ora
215solo andar non mi piace. Il sol tramonta;
 se la notte mi prende e si fa oscura,
 temo d’ispiritar dalla paura.
 Eh, quella mia padrona
 è senza carità. Vuol la insalata
220e vuol ch’io la raccolga; tremo tutto.
 Per risparmiar la strada e la fatica,
 le porterò del fieno e della ortica.
 il Conte
 Questo è Cecco; far prova
 voglio se mi conosce. Galantuomo.
 Cecco
225Aiuto.
 il Conte
               Non temete.
 Cecco
 Aiuto. Oh me meschino!
 il Conte
 Che avete?
 Cecco
                        (Ecco lo spirto tamburino).
 il Conte
 Udite una parola.
 Cecco
 Anima del padron, da me t’invola.
 il Conte
230(Anima del padron?) Che? È forse morto
 il conte Caramella?
 Cecco
 Ahi mi tremano in corpo le budella.
 il Conte
 Presto, venite qui.
 Cecco
 Aiuto; signorsì.
 il Conte
235Da me non fuggirete.
 Cecco
 Co... co... cosa volete?
 il Conte
 Il conte Caramella cosa fa?
 Cecco
 Dicono che sia morto in verità.
 il Conte
 Morto?
 Cecco
                 Morto sicuro
240e lo spirto di lui suona il tamburo.
 il Conte
 Che fa la moglie sua?
 Cecco
                                          La vedovina...
 vorrebbe poverina...
 per causa del tarapatà, patà...
 la sposasse qualcun per carità.
 il Conte
245Come? Come? Che dici?
 Cecco
 In là con quel bastone,
 caro signor barbone.
 il Conte
 È forse innamorata?
 Cecco
                                        Vi dirò;
 certo signor marchese
250le va girando intorno.
 il Conte
 (A tempo son venuto).
 Narrami del marchese.
 Cecco
                                             Aiuto, aiuto. (Si ode il tamburo e lo trattiene)
 il Conte
 Fermati, dove vai?
 Cecco
                                     Non posso più.
 il Conte
 Ma che diavolo hai tu?
 Cecco
255Non avete sentito? Siete sordo?
 il Conte
 Il tamburo?
 Cecco
                         Il tamburo.
 il Conte
 E ben! Che cosa importa?
 Cecco
 Sapete chi lo suona?
 il Conte
 Sarà qualche villan di questa terra.
 Cecco
260L’anima del padron ch’è morto in guerra.
 il Conte
 Eh sei pazzo.
 Cecco
                           Son pazzo?
 Qui si sente a suonar e non si vede,
 onde la verità fa testimonio
 che se non è il padron sarà il demonio.
 il Conte
265Che spirti? Che demoni?
 Il vino del padron avrai bevuto.
 Tu sarai ubriaco.
 Cecco
                                  Aiuto, aiuto. (Si sente il tamburo)
 
    Per carità lasciatemi,
 non posso più parlar.
270In verità credetemi,
 mi sento spiritar.
 Il tamburino è là
 che fa tarapatà.
 Il cor per lo spavento,
275allora che lo sento
 mi fa pla pla, pla pla.
 
    Oimè, ch’ei salta fuori,
 oimè, ch’ei viene qua.
 Tenetemi, salvatemi,
280reggetemi, celatemi,
 oimè per carità.