Candace, Venezia, Rossetti, 1740

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ARGOMENTO
 
    Avendo Amasi ammazzato Aprio suo re e fattosi tiranno d’Egitto, spedì Tilame perché uccidesse il bambino Evergete, unico figlio del morto Aprio, il quale dalla regina Candace con presta fuga si procurava far salvo; ma giunta questa in luogo dove Agatoclea, sua confidente, allevava il bambino Lagide, figlio del tiranno Amasi, assieme con il proprio figliuolo Aulete, entrambi in fasce, e ritrovandola per improviso accidente già morta, si vide rimanere nelle proprie mani tutti e tre li sudetti bambini, cioè Evergete suo figlio, Lagide figliuolo d’Amasi e Aulete figlio della morta Agatoclea. Sentendo in questo mentre che s’avvicinava Tilame per uccidere Evergete e far prigioniera essa medesima per ordine del tiranno, pensò d’assicurare la salvezza del proprio figlio con qualche inganno, quando non avesse potuto con le sue lagrime persuadere a lasciar vivo Evergete, e che il sudetto Tilame si fosse dimenticato di quella fede che sempre avea dimostrata costante per il suo morto signore; e ben riflettendo che lasciando in vita anche Lagide, questo poteva un giorno servire ai propri disegni, ripose Evergete nelle fascie di Lagide e ricoprì Lagide con le fascie di Evergete e stringendolo al seno con tutta la tenerezza di madre, quando giunse Tilame, gli fe’ credere per vero il suo ben concertato disegno; e tutto a fine che quando mai non avesse potuto ottenere dalla pietà di questo la vita di Evergete, ingannato almeno da questa finta apparenza, in cambio di Evergete avesse ammazzato Lagide. Tilame dunque ivi giunto e mosso dalle apparenti lagrime di Candace, la quale al vivo gli rappresentava l’orrore del suo delitto, in uccidere il figliuolo d’Aprio suo re, che, vinto questi dal suo rimorso, si lasciò persuadere ad uccidere, invece di Evergete, Aulete figlio d’Agatoclea, come eseguì, portando il cadavere dell’estinto bambino Aulete ad Amasi, fattoglielo credere il cadavere d’Evergete, conducendogli ancora il bambino creduto Lagide, figlio del tiranno, ma che, come si è detto, era il vero Evergete, il qual dell’ingannato Amasi fu allevato come suo figlio. Di questo cambiamento di Lagide in Evergete, e di Evergete in Lagide, non era consapevole né pure lo istesso Tilame, non avendo voluto scoprirglielo la cauta Candace, per essere sola padrona del gran segreto, e non fidatasi della fedeltà di Tilame, gli fe’ credere per sempre che quello che era appresso ad Amasi fosse veramente Lagide suo figlio e che l’altro, che viveva col nome di Aulete figlio di Agatoclea, fosse il vero Evergete. Quanto giovasse alla reina Candace e alla vendetta ch’ella maturava contro Amasi il lasciar vivo Lagide nonostante l’odio giustissimo, ch’ella aveva contro il sangue del tiranno, ed il cambiamento di questi due principi e la segreteza di questo inganno si scorgerà intieramente dalla lettura del drama.
    La scena è l’antica Menfi, oggi il gran Cairo.