Gustavo primo re di Svezia, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 LEARCO, DORISBE, ARGENO che sopraggiugne
 
 Learco
 Ti seguo... (In atto di partire)
 Argeno
                       Un sol momento
205meco resta, Learco.
 Learco
                                      Il tempo, amico,
 sai che passa veloce.
 Dorisbe
                                        E puoi crudele
 partir senza mirarmi? Ov’è l’affetto?
 La tua fede dov’è? L’estremo addio
 nieghi a Dorisbe ancor?
 Argeno
                                              (Che pena!)
 Learco
                                                                       Ah temo
210che il mirarti mia vita
 tradisca il mio dover. Sai quanto io t’amo
 ma sai pur che son io
 il primo duce delle schiere eletto;
 pria si servi alla gloria, indi all’affetto.
 Argeno
215Forse maggior contrasto
 troverà l’amor tuo che la tua gloria.
 Amo Dorisbe anch’io; per te l’ingrata
 mi disprezza spietata e nulla cura
 del cor ch’io le donai.
 Learco
220Ma che farti poss’io?
 Argeno
                                         Tutto potrai.
 Cedila generoso. In ricompensa
 d’Ergilda mia germana
 ti prometto la destra.
 Dorisbe
                                         (Ah che risponde?)
 Learco
 Non è sì lieve, Argeno,
225il cedere un’amante.
 Ha de’ gran merti Ergilda!
 Né fora indegno il cambio;
 ma perdonami, amico, io non ho core
 di abbandonar Dorisbe.
 Dorisbe
                                              (Oh fede! Oh amore!)
 Argeno
230Se cederla ricusi, a questo brando
 contrastala, se puoi.
 Dorisbe
                                       Fermati. Oh numi!
 Learco
 Incauto, a che ti sprona
 giovanile furor? Serba l’acciaro
 a gloriose imprese,
235della tua patria a vendicar le offese.
 Argeno
 Speri invano sottrarti
 dall’ira mia.
 Dorisbe
                          Spietato, (Si frapone)
 poiché di sangue hai sete,
 vieni, passa il mio sen, col petto ignudo
240a Learco, al mio bene io farò scudo.
 Argeno
 (Ira, amor, che far deggio?)
 Learco
                                                     Io non mi sdegno
 a un trasporto d’amore.