Gustavo primo re di Svezia, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 DORISBE e detti
 
 Dorisbe
175Ahimè, Learco, Ernesto,
 numi, che fia di noi?
 Ernesto
                                         Perché Dorisbe
 così mesta e confusa?
 Learco
                                          Oh dei, che avvenne?
 Dorisbe
 Or or dal vicin colle
 vidi al piano innondar le selve e i prati
180di poderosi armati,
 la novella funesta
 passò di voce in voce e fra la turba
 delle pavide genti altro non s’ode
 che sospiri, che pianti e che lamenti.
185Chi parte, chi ritorna,
 chi fugge dal periglio,
 chi cerca il padre e chi nasconde il figlio.
 Ernesto
 Dorisbe, non temer, vedrai fra poco
 squarciar destra divina
190dell’atre nubi il velo.
 Learco è il duce e per noi pugna il cielo.
 
    Arriderà pietoso
 alle nostr’armi il cielo,
 se giusto zelo
195nel nostro core
 desta l’amore
 di libertà.
 
    Cadrà quell’orgoglioso
 che soggiogarci or tenta,
200che non paventa
 le nostre spade,
 che crudeltade
 spargendo va.