Ottone, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VI
 
 BERENGARIO e detti
 
 BERENGARIO
825Eccomi, che pretendi?
 OTTONE
                                            A tempo, a tempo,
 Berengario venisti. Olà soldati.
 IDELBERTO
 Qual furor lo trasporta?
 OTTONE
                                              Il figlio e il padre
 colà col petto ignudo
 vadano incontro a le lor proprie squadre.
 BERENGARIO
830Ottone, e dove e quando
 tal barbarie intendensti?
 Se i re tuoi prigionieri
 tratti con modi sì scortesi e rei,
 nelle vittorie ancor vile tu sei.
 OTTONE
835Tal di Matilde appunto
 è l’empietà con Adelaide. Osserva
 quel bersaglio innocente a mille armati,
 poi di’ se al par della fierezza mia
 di Matilde la rabbia infame sia.
 IDELBERTO
840A custodir la bella
 dal militar furore
 io n’andrò, se il permetti.
 OTTONE
 E solo e disarmato
 vanne dunque, Idelberto,
845e l’esposta reina
 difendi dal furor delle mie squadre;
 indi a le mie catene
 pronto ritorna o miri estinto il padre.
 IDELBERTO
 Farò di questo petto
850a la bella infelice argine e scudo.
 Disprezzo ogni periglio e sol desio
 salvar morendo ancor l’idolo mio. (Idelberto entra per la breccia e fa ritirar Adelaide)