Ottone, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA II
 
 MATILDE e poi ADELAIDE
 
 MATILDE
 Oh sposo! Oh figlio! Oh regno!
690Nomi tutti a me cari. Ognun di voi
 può costarmi la vita. Ognun di voi
 sollecita mi rende. Ecco Adelaide,
 parta ciascuno. Si procuri intanto
 l’ira celar della pietà col manto.
 ADELAIDE
695Che mi chiedi Matilde?
 Che pretendi da me?
 MATILDE
                                          Più che non pensi
 pietoso ho in seno il cor, talor m’accendo
 ma non dura il mio sdegno. Io su’ tuoi casi
 pensai sovente e lagrimai talvolta.
 ADELAIDE
700Che vuoi dirmi perciò.
 MATILDE
                                            Siedi ed ascolta. (Siedono)
 ADELAIDE
 (Insolito favor).
 MATILDE
                                So che d’Ottone
 tu vivi amante e so che lui t’adora,
 che sua sposa ti brama,
 che sei l’idolo suo. Scuso pertanto
705l’odio ch’hai per mio figlio
 né ti priego per lui né ti consiglio.
 Egli è parto infelice
 d’un’afflitta regina; e Ottone impera
 della Germania in trono.
710È giusto l’amor tuo. Cieca non sono.
 ADELAIDE
 Sì, giusto è l’amor mio ma non so quanto
 tu sincera favelli. In un istante
 non si cangia in pietade un gran livore,
 temo che mal s’unisca il labbro e il core.
 MATILDE
715T’inganni. Io se ti odiassi
 potrei farti perir. Nelle mie mani
 ti pose il tuo destin. Da me dipende
 la tua vita, lo sai. Ma pur desio
 con tutto il mio poter farti felice.
720Lascia pur Idelberto,
 torna al tuo re, torna al tuo sposo, io rendo
 a te la libertà. T’assolvo io stessa
 ad onta del destin che ti condanna.
 Ora ingrata, se puoi, dimmi tiranna.
 ADELAIDE
725Dunque sian grazie ai numi,
 ti cangiasti una volta. Andiam Matilde,
 pace regni ed amor...
 MATILDE
                                         Sì, ma sian fatti
 pria fra di noi di giusta pace i patti.
 Scrivi ad Otton...
 ADELAIDE
                                  Che mai?
 MATILDE
                                                      Che d’amistade
730stringa il nodo con noi. Ch’alla Germania
 riconduca le schiere, a Berengario
 ceda il regno d’Italia e si contenti,
 s’egli di gloria è vago,
 dell’acquisto ch’ei fa della tua mano.
 ADELAIDE
735Oh gran cor di Matilde! Ecco il bel frutto
 d’un’eroica pietà, d’assicurarti
 tenti il regno usurpato; e fingi poi
 dispensar generosa i doni tuoi,
 non lo sperar.
 MATILDE
                            Superba, il tuo disprezzo
740dovria farmi sdegnar; ma compatisco
 il duol che ti fa cieca. Alfin non chiedo
 più di quel che sia mio; d’Italia il regno
 è in mio potere e quelle schiere istesse
 ch’oggi l’hanno acquistato...
 ADELAIDE
                                                     Anime vili.
745L’acquisto del mio trono
 lor non costò un cimento,
 se gli aperse le porte un tradimento.
 MATILDE
 Basta. Io regno, Adelaide, e assicurarmi
 questo trono potrei colla tua morte.
750Nol faccio ed è pietade
 quella che mi trattien. Ma se tu siegui,
 ingrata, ad insultarmi,
 anco della pietà saprò scordarmi.
 ADELAIDE
 Eh di’ che non mi sveni
755perché di Berengario
 e del figlio paventi,
 che due sì cari pegni
 la remora fatal son di tuoi sdegni.
 MATILDE
 Dunque la mia clemenza
760teco inutil sarà? Trema alle voci
 del giusto mio rigor. Sì, vo’ che il foglio
 scrivi ad Ottone o la tua morte io voglio.
 ADELAIDE
 Pria morir che ubbidirti. Ottone in campo
 farà le mie vendette.
 MATILDE
                                         Invan l’attendi
765dopo la morte tua.
 ADELAIDE
                                    Vegliano i numi
 a pro dell’innocenza e ancor può darsi
 che tu sempre non sia fastosa tanto.
 Che pria del mio morir, vegga il tuo pianto.
 MATILDE
 La speranza t’inganna. Olà costei
770sulle mura assalite
 si conduca e s’uccida.
 Vanne, in brieve morrai,
 perfida, e il pianto mio, no, non vedrai.
 
    T’inganni se speri
775veder il mio pianto.
 Tu pena fratanto,
 tu vanne a morir.
 
    Privarmi può il fato
 di ciò che acquistai;
780ma tu non potrai,
 vedermi languir.