Arcifanfano re dei matti, Venezia, Fenzo, 1750-1751

 SCENA IV
 
 SORDIDONE, poi FURIBONDO
 
 Sordidone
 Questo è lo spechio mio,
 questa è la mia bellezza
 e so che più s’apprezza
 da chi non è di noi più goffo e stolto
995una bella moneta di un bel volto.
 Furibondo
 Alto, alto... (Colla spada sfodrata)
 Sordidone
                        Fermate.
 Furibondo
 Presto va’ via di qua.
 Sordidone
                                         Ma il mio denaro.
 Furibondo
 Lascialo, o sozzo avaro.
 Sordidone
 Io lasciarlo? Perché?
 Furibondo
1000Perché il denaro tuo lo vuo’ per me.
 Sordidone
 Ah più tosto ammazzatemi,
 feritemi, scannatemi
 poiché questo denaro
 più della vita mia mi riesce caro.
 Furibondo
1005L’hai goduto abbastanza,
 or lo devi lasciar.
 Sordidone
                                  Signor più tosto
 ve ne darò qualche porzione a patti.
 Furibondo
 Un uomo valoroso
 non apprezza il denaro.
 Sordidone
                                             Eppur io so
1010che i forti militari
 combattono anche lor per i denari.
 Furibondo
 Ma io non ne ho bisogno,
 io di queste minuccie mi vergogno.
 
    L’oro e la terra
1015tutto è per me,
 voglio far guerra
 con tutti i re.
 
    Perché hai tremato
 e l’ho lasciato,
1020prendilo pure
 ch’egli è per te.