Arcifanfano re dei matti, Venezia, Fenzo, 1750-1751

 SCENA VI
 
 SORDIDONE, poi madama GARBATA
 
 Sordidone
 Dove sei? Dove sei? Ah m’è fugito!
705Anche il re m’ha ingannato.
 Ah ch’io son da tutti assassinato!
 Ho perso le mie doppie,
 ho perso il mio tesoro;
 che smania! Che dolore! Io manco, io moro.
710Ma che ho da far al mondo
 senza il tesoro mio?
 Morto è il mio cor, voglio morir anch’io.
 Sì sì, con questa corda, (Si leva una corda con cui è cinto)
 per escire d’impaccio
715voglio formare un laccio.
 Giacché niente più v’è che mi consola,
 io mi voglio appiccare per la gola. (Attacca il laccio per appiccarsi)
 Garbata
 Olà, olà, che fate?
 Sordidone
 Via non mi disturbate.
 Garbata
720Si può saper cosa volete fare?
 Sordidone
 Io mi voglio appiccare.
 Garbata
 E appiccar vi volete senza il boia?
 Sordidone
 Se questo vi dà noia,
 signora dottoressa,
725venite dunque a far voi da boiessa.
 Garbata
 Son qui, datemi il laccio.
 Sordidone
                                                Eccolo.
 Garbata
                                                               Eh via. (Getta il laccio)
 Questa de’ pazzi è l’ultima pazzia.
 Dite, per qual cagione
 vi volete ammazzar?
 Sordidone
                                        Perché il mio scrigno
730ahi m’è stato rubbato.
 Garbata
 Zitto, che il vostro scrigno io l’ho trovato.
 Sordidone
 Datemel per pietà.
 Garbata
                                     Ve lo darò
 con un patto però,
 che vuo’ che stiate meco allegramente,
735vuo’ che facciamo il chiasso.
 E che lasciate andar la morte a spasso.
 Sordidone
 Se mi restituite il mio denaro,
 il viver mi sarà prezioso e caro.
 Garbata
 Aspettate un momento. (Va a prender lo scrigno)
 Sordidone
740Il mio scrigno, il mio scrigno. Oh che contento!
 Garbata
 Eccolo, che ne dite?
 Siete ora consolato?
 Sordidone
 Il mio core, il mio core. Oh me beato!
 Garbata
 Ora m’avete a mantenere il patto.
 Sordidone
745Son pronto, comandate.
 Garbata
 Ora torno, aspettate. (Parte)
 Sordidone
 Povero scrigno! È aperto.
 Mi par che scemo ei sia.
 Garbata
 Presto, presto, allegria, presto allegria.
 Sordidone
750E che ho da far?
 Garbata
                                 Tenete
 il chittarin. Io suono e voi sonate.
 Io vi voglio cantare e voi cantate. (Toccano il chittarino e l’orchestra coi violini pizzicati l’accompagna)
 Garbata
 
    La bella pastorella
 sen va col suo pastor
755in questa parte e in quella
 spiegando il proprio amor.
 
 Sordidone
 
    In questa parte e in quella,
 andrò col mio tesor.
 Io son la pastorella
760e questo è il mio pastor. (Verso lo scrigno senza chittarino)
 
 Garbata
 
    Lasciate il denaro,
 volgetevi a me.
 
 Sordidone
 
    Oggetto più caro
 di questo non c’è.
 
 Garbata
 
765   Guardate, son quella
 che a voi porta amor.
 
 Sordidone
 
    Voi siete assai bella
 ma questo è il mio cor.
 
 Garbata
 
    Se non volete amarmi, non m’importa,
770a me mi basta star in allegria;
 il giubilo del core mi trasporta
 a dir cantando: «Evviva la pazzia».
 
 Sordidone
 
    Sì, cara, l’allegrezza mi conforta.
 Ma il sol denaro è l’allegrezza mia;
775pigliamoci ciascun nostri solazzi,
 evviva l’allegrezza, evviva i pazzi. (Partono)