Arcifanfano re dei matti, Venezia, Fenzo, 1750-1751

 SCENA II
 
 Madama GARBATA e detti
 
 Garbata
 Riverisco, signori, e che si fa?
 Malgoverno
 Sospiro invan pietà.
 Garbata
550Pazzo, se sospirate. (A Malgoverno)
 Malgoverno
 Pazza voi, se pietade a me negate. (A Gloriosa)
 Gloriosa
 Pazza colei che a tutti
 della propria beltà concede i frutti.
 Malgoverno
 Mirate, offro a colei
555tutti i denari miei e li ricusa
 con tanta villania.
 Garbata
 Il denaro ricusa? Oh che pazzia!
 Malgoverno
 Se l’offerisci a voi l’accettareste?
 Garbata
 Sì signor, sì signor, l’accettarei
560e vi ringraziarei;
 sempre vi porterei scolpito in petto,
 vi farei, occorrendo, anche un balletto.
 Gloriosa
 Come! Farete voi
 alla bellezza mia sì fiero torto? (A Malgoverno)
 Malgoverno
565Se all’amor mio conforto, (A Garbata)
 bella, voi promettete,
 di tutto l’oro mio padrona siete.
 Garbata
 Giuro che se mi fate un tal onore
 voi sarete padron di questo core.
 Gloriosa
570(Che risolve? Che fa?)
 Malgoverno
                                            Tenete, o cara. (A Garbata)
 Voi siete fra le belle la più bella.
 Mi parete una stella.
 Non curo una bellezza
 che ogni core disprezza.
575Viva quella beltà
 che a chi chiede pietà pietà riserba.
 Pera suo con rossor pietà superba.
 
    Si soffre una tiranna,
 il so per prova anch’io,
580ma una superba oh dio
 no non si può soffrir.
 
    Già sento che s’affanna
 ognor il mio pensiero
 per scorger se sia vero
585quel che mi fa sentir.