Arcifanfano re dei matti, Venezia, Fenzo, 1750

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 L’ARCIFANFANO, poi madama SEMPLICINA
 
 Arcifanfano
 Che diavolo ha quest’oro?
990Pare che sia fatato,
 si vede ch’è dinar mal acquistato.
 Ma io che sono il re,
 io ne posso disporre a modo mio;
 a Semplicina mia dar lo vogl’io.
995Eccola che sen viene.
 Presentarlo conviene
 all’amorose piante,
 come se io fossi un cavaliere errante. (Frattanto che si fa il ritornello dell’aria viene madama Semplicina)
 
    Idolo mio diletto,
1000mi levo il cor dal petto
 e lo consegno a te.
 
    Prendilo, o bella;
 prendilo, o cara,
 ch’io sono il re.
 
1005   Unico mio tesoro,
 ahi per te languo e moro,
 cosa sarà di me?
 
    Prendilo, o bella,
 prendilo, o cara,
1010ch’io sono il re. (Gli lascia lo scrigno e parte)