Il mondo della luna, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA PRIMA
 
 Notte con luna e cielo stellato. Terrazzo sopra la casa di Ecclitico con torre nel mezzo, o sia specula, ed un gran canocchiale su due cavalletti. Quattro fanali che illuminano il terrazzo.
 
 ECCLITICO e quattro scolari
 
 TUTTI
 
    O luna lucente,
 di Febo sorella,
 che candida e bella
 risplendi lassù,
 
5   deh, fa’ che i nostri occhi
 s’accostino a’ tuoi
 e scopriti a noi
 che cosa sei tu.
 
 ECCLITICO
 Basta, basta, discepoli.
10Alla triforme dea le voci giunsero,
 esauditi sarete in breve termine.
 Su via, tosto sugli omeri
 prendete l’arcimassimo
 mio canocchial novissimo.
15Drizzatel su la specola
 perpendicolarmente inver l’ecclitica.
 Vuo’ veder se avvicinasi
 de’ due pianeti il sinodo,
 id est quando la luna al sol congiungesi,
20che dal mondo volgare ecclissi appellasi.
 Andate, andate subito
 pria che Cinzia ritorni al suo decubito.
 QUATTRO SCOLARI
 
    Prendiamo, fratelli,
 il gran telescopio
25o sia microscopio
 o sia canocchial;
 
    vedrem della luna
 se il tondo sereno
 sia un mondo ripieno
30di gente mortal. (Prendono il canocchiale, lo portano alla specola vedendosi spuntar fuori della sommità della medesima)
 
 ECCLITICO
 Oh le gran belle cose
 che a intendere si danno
 a quei che poco sanno per natura!
 Oh che gran bel mestier ch’è l’impostura!
35Chi finge di saper accrescer l’oro,
 chi cavar un tesoro,
 chi dispensa segreti,
 chi parla de’ pianeti,
 chi vende mercanzia
40di falsa ipocrisia,
 chi finge nome, titolo e figura,
 oh che gran bel mestier è l’impostura.
 Io fo la parte mia
 con finta astrologia,
45ingannando egualmente i sciocchi e i dotti,
 che un bravo cacciator trova i merlotti.
 Eccone uno; ecco quel buon cervello
 del signor Buonafede.
 Da lui che tutto crede,
50con una macchinetta,
 inventata dal mio sottile ingegno,
 far un colpo galante ora m’impegno.