L’olimpiade, Venezia, Rossetti, 1738

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Ritiro in vicinanza de’ giuochi olimpici.
 
 ARISTEA ed ARGENE
 
 Argene
 Ed ancor della pugna
 l’esito non si sa?
 Aristea
                                 No, bella Argene.
 È pur dura la legge, onde n’è tolto
 d’esserne spettatrici!
 Argene
                                         Ah che sarebbe
495forse pena maggior veder chi s’ama
 in cimento sì grande e non potergli
 porger soccorso. Esser presente...
 Aristea
                                                              Io sono
 presente ancor lontana. Anzi mi fingo
 forse quel che non è. Se tu vedessi
500come sta questo cor! Qui dentro, amica,
 qui dentro si combatte. E più che altrove
 qui la pugna è crudele. Ho innanzi agli occhi
 Megacle, la palestra,
 i giudici, i rivali. Io mi figuro
505questi più forti e quei men giusti. Io pruovo
 doppiamente nell’alma
 ciò che or soffre il mio ben. Gli urti, le scosse,
 gl’insulti, le minacce... Ah che presente
 solo il ver temerei ma il mio pensiero
510fa ch’io tema lontana il falso e ’l vero.
 Argene
 Né ancor si vede alcun.
 Aristea
                                             Né alcuno... Oh dio!
 Argene
 Che avvenne?
 Aristea
                             O come io tremo!
 Come palpito adesso!
 Argene
                                          E la cagione?
 Aristea
 È deciso il mio fato.
515Vedi Alcandro che arriva.
 Argene
                                                 Alcandro, ah corri,
 consolane, che rechi?