Il mondo della luna, Venezia, Graziosi, 1775

 SCENA VIII
 
 BUONAFEDE, poi LISETTA
 
 BUONAFEDE
 Se mandarla potessi
 nel mondo della luna, avrei speranza
 gastigata veder la sua baldanza.
 LISETTA
370Serva, signor padrone.
 BUONAFEDE
                                            Addio, Lisetta.
 LISETTA
 Vuol cenare?
 BUONAFEDE
                           È ancor presto; aspetta un poco.
 LISETTA
 Ho posto già la panatella al foco.
 BUONAFEDE
 Brava, brava Lisetta. Oh se sapessi
 le belle cose che ho vedute!
 LISETTA
                                                    E cosa
375ha lei veduto mai?
 BUONAFEDE
                                     Col cannocchiale
 ho avuto la fortuna
 di mirar dentro al tondo della luna.
 LISETTA
 (Ecco la sua pazzia). Ed io vorrei
 che un altro cannocchial si desse al mondo
380con cui vedesse il fondo
 del mio povero cor.
 BUONAFEDE
                                      Il so, lo vedo,
 son certo che tu m’ami.
 LISETTA
                                             Ah sì, purtroppo
 di lei son io sviscerata amante.
 (Ma invaghita però sol del contante).
 BUONAFEDE
385Oh dolci parolette! Ed io ti giuro,
 su questa tua manina,
 che senz’altro sarai tu mia sposina.
 LISETTA
 (Povero mamalucco!)
 BUONAFEDE
                                          Orsù, domani
 con me ti vo’ menar dal bravo astrologo
390per farti, o gioia mia,
 veder ciò che si pratica lassù
 dalle donne da ben come sei tu.
 LISETTA
 
    Una donna come me
 non vi fu né vi sarà.
395Io son tutt’amor e fé,
 io son tutta carità.
 Domandate a chi lo sa,
 sì ch’è vero ognun dirà.
 
    Io malizia in sen non ho;
400sono stata ognor così;
 poche volte dico no;
 quando posso, dico sì.
 Ma lo dico, già si sa,
 salva sempre l’onestà. (Parte)