Il mondo della luna, Venezia, Graziosi, 1775

 SCENA III
 
 ECCLITICO, poi ERNESTO e CECCO
 
 ECCLITICO
 Io la caccia non fo alle sue monete;
170ma vorrei, se potessi,
 la sua figlia Clarice,
 custodita con tanta gelosia,
 torla dalle sue mani e farla mia.
 ERNESTO
 Amico, vi son schiavo.
 ECCLITICO
175Servo, signor Ernesto.
 CECCO
                                           Riverisco
 il signor segretario della luna.
 ECCLITICO
 Sei pazzo e tal morrai.
 ERNESTO
                                           Veduto uscire
 ho dalla vostra casa
 il signor Buonafede. È vostro amico?
 ECCLITICO
180Amico ed amicone
 della mia strepitosa professione.
 ERNESTO
 Egli ha una bella figlia.
 ECCLITICO
                                             Anzi n’ha due.
 CECCO
 Anzi rassembra a me
 che colla cameriera n’abbia tre.
 ERNESTO
185Son di Flaminia amante.
 ECCLITICO
 Ed io Clarice adoro.
 CECCO
 Per Lisetta ancor io spasimo e moro.
 ERNESTO
 L’ho chiesta a Buonafede
 ed ei me l’ha negata.
 ECCLITICO
190Spera di maritar le proprie figlie
 con principi d’altezza.
 CECCO
                                           E così spera
 a un conte maritar la cameriera.
 ECCLITICO
 Corrisponde Flaminia all’amor vostro?
 ERNESTO
 M’ama con tutto il cor.
 CECCO
                                            La mia Lisetta
195per le bellezze mie pare impazzita.
 ECCLITICO
 E Clarice è di me forte invaghita.
 Ditemi, vogliam noi
 rapirle a questo pazzo?
 ERNESTO
                                             Il ciel volesse.
 ECCLITICO
 Secondatemi dunque e non temete.
 CECCO
200Un ottimo mezzan so che voi siete.
 ECCLITICO
 Di denar come state?
 ERNESTO
                                          Quando occorra,
 io vuoterò l’erario.
 CECCO
 Io consumar saprò tutto il salario.
 ECCLITICO
 Evviva. Col mio ingegno
205oggi di far m’impegno
 che il signor Buonafede, o sia baggiano,
 le tre donne ci dia con la sua mano.
 CECCO
 Oh bravo!
 ERNESTO
                      E come mai?
 ECCLITICO
                                                Tutto saprete.
 Preparate monete,
210preparate di far quel che dirò
 e la parola mia vi manterrò.
 
    Al suon delle monete
 io molte cose fo.
 Fenomeni e comete
215nel ciel veder farò.
 
    Con l’oro oscuro il sole,
 la luna con l’argento;
 e fin l’istesso vento
 di far tremar saprò.
 
220   So far cantar le bestie;
 so far parlar le scimie,
 d’amor languir le femmine,
 di gioia rider gl’uomini...
 Fidatevi, calmatevi,
225credetemi, portatemi
 che pronto presto e subito
 io vi consolerò. (Parte)