Il mondo della luna, Barcellona, Generas, 1765

 SCENA III
 
 Si apre il foro, vedesi in fondo della scena un carro trionfale, tirato da quattro uomini con sopra CECCO vestito da imperatore, e a’ piedi del medesimo ERNESTO vestito all’eroicca con una stella in fronte. BONAFEDE osserva con meraviglia. E al suono di sinfonia si avvanza il carro, Ernesto scende ed aiuta a scendere Cecco con affettata sommissione
 
 BONAFEDE
 Umilmente m’inchino
 a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi
 che indirizza i suoi saluti
600alla maestà nostra e non a noi?
 BONAFEDE
 Perdoni, io fo all’usanza
 del mondo sublunar, dove son nato.
 CECCO
 Sì sì, son informato
 che là nel vostro mondo
605trionfa l’albagia
 né di titoli mai v’è carestia.
 BONAFEDE
 Dice bien... Ma che vedo!
 Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V’ingannate.
 Io stella sono ed Espero m’appello;
610e quando il cielo imbruna
 esco primiera a vagheggiar la luna.
 Sortito avrà l’influsso
 quel ch’Ernesto s’appella
 dalla costellazion della mia stella.
 BONAFEDE
615Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
 certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
 che nella nostra corte abbiamo noi
 un buffon che somiglia tutto a voi.
 BONAFEDE
620Grazie a vostra bontà del paragone
 ma io per dirla a lei non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BONAFEDE
 Cappari, egl’è informato.
 CECCO
                                                Or, che vi pare?
625Vi piace il nostro mondo?
 BONAFEDE
                                                 In fede mia
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BONAFEDE
630Ho due figlie e una serva.
 Vorrei...
 CECCO
                   Già v’ho capito,
 le vorreste con voi.
 Andrà, per consolarle,
 una stella cometa ad invitarle.
 BONAFEDE
635Ma le stelle comete
 portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
 conoscere pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.
 BONAFEDE
640Ha ragion, ha ragion; non so che dire.
 CECCO
 Io le farò venire
 ma però con un patto,
 che vuo’ senza recarvi pregiudizio
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BONAFEDE
645Ma, signor...
 CECCO
                          Già lo so
 che siete innamorato
 in quei begl’occhi suoi
 ma questa volta la vogliam per noi.
 BONAFEDE
 Dunque lei l’ha veduta?
 CECCO
                                              Signorsì,
650una macchina abbiamo
 da cui spesso vediamo
 quel che si fa laggiù nel vostro mondo.
 E il piacer più giocondo
 che aver possan i nostri occhi lunari
655è il mirar le pazzie dei vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
 e poi creppa e se ne va.
 Un superbo, senza cena,
 vuol rispetto e pan non ha.
660Un geloso è tormentato.
 Un corrente è criticato.
 Quasi tutti al vostro mondo
 siete pazzi in verità.
 
    Chi sospira per amore;
665chi delira per furore;
 chi sta bene e vuol star male;
 chi ha gran fumo e poco sale;
 al rovescio tutto va.
 Siete pazzi in verità. (Sale nel suo carro e parte col seguito)