Il mondo della luna, Barcellona, Generas, 1765

 SCENA X
 
 BONAFEDE, poi ECCLITICO
 
 ECCLITICO
 Ehi, signor Bonafede.
 Si puol entrar?
 BONAFEDE
                               Oh cappari, chi è qui?
 Venite, signorsì;
 cos’è sta novità?
400Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECCLITICO
 Vengo da voi per sempre a licenziarmi.
 BONAFEDE
 Oh dei! Per sempre?
 Ditemi, cosa fu?
 ECCLITICO
 Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
 BONAFEDE
405Voi mi fate morir. Ma perché mai?
 ECCLITICO
 Tutto confido a voi. Sapiate, amico,
 che il grand’imperatore
 del bel mondo lunar con lui mi vuole.
 BONAFEDE
 Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
410se resto senza voi! Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECCLITICO
 Là nel mondo lunare
 un astrologo v’è come son io
 che ha fatto un canocchial simile al mio.
415Congiunti nella cima i canocchiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
 sento quel che si dice in l’altro mondo
 e col metodo stesso anch’io rispondo.
 BONAFEDE
420Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant’alto?
 Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
 ECCLITICO
 Tutto vuo’ confidarvi.
 Dal canocchiale istesso
425il grande imperatore
 mi ha fatto schizzettar certo licore
 che quando il beverò
 leggiermente alla luna io volerò.
 BONAFEDE
 Amico, ah se voleste
430aiutar mi potreste.
 ECCLITICO
                                     E come mai?
 BONAFEDE
 Schizzettatemi un po’ di quel licore
 che v’ha mandato il vostro imperatore.
 ECCLITICO
 (Eccolo nella rete).
 Orsù mi siete amico,
435vi voglio soddisfar. Quest’è il licore.
 Giacché non v’è nessuno,
 vuo’ che se lo beviam metà per uno.
 BONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECCLITICO
 E poi si sentiremo
440sottilizzar le membra in forma tale
 che andremo in su, come se avessim l’ale.
 BONAFEDE
 Beverei ma non so...
 Sono fra il sì ed il no.
 ECCLITICO
 Compiacervi credevo;
445se pentito già siete, io solo bevo. (Finge de bevere)
 BONAFEDE
 Non lo bevete tuto
 per carità.
 ECCLITICO
                      Tenetemi, che ormai
 mi sembra di volare.
 Addio, vado.
 BONAFEDE
                          Fermate.
450Voglio venir anch’io.
 ECCLITICO
                                        Ecco, tenete
 il resto del licor dunque e bevete.
 BONAFEDE
 Ma le figliole mie? La mia serva?
 ECCLITICO
 Quando sarete là
 grazia per esse ancor s’impetrerà,
455vado, vado.
 BONAFEDE
                        Son qui. Bevo, aspettate. (Beve)
 ECCLITICO
 (Bevi, buon pro ti faccia.
 Io bevuto non ho. Fra pochi istanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato,
 crederà nella luna esser portato).
 BONAFEDE
460Ecco bevuto ho anch’io.
 Mondo, mondaccio rio,
 per sempre t’abbandono.
 Uomo sopralunar fatto già sono.
 Ohimè sento un gran foco.
465Non posso star in piedi.
 ECCLITICO
                                              Accomodatevi. (Lo fa sedere)
 State pronto a salire e consolatevi.
 BONAFEDE
 Mi sembra di volar.
 ECCLITICO
                                       Lo credo anch’io.
 BONAFEDE
 Caro Ecclitico mio,
 ditemi dove sono, in terra o in aria.
 ECCLITICO
470Vi andate a poco a poco sollevando.
 BONAFEDE
 Sì, pare che mi vo sottilizzando.
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 ECCLITICO
 
 Bravo, bravo, mi consolo.
 
 BONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECCLITICO
 
                         Volo anch’io.
 
 BONAFEDE, ECCLITICO A DUE
 
475Addio, mondo, mondo, addio. (Escono Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
 Caro padre, cosa c’è?
 
 LISETTA
 
 Padron mio, che cos’è?
 
 BONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Dove, dove.
 
 ECCLITICO
 
                         O che fortuna!
 
 BONAFEDE
 
480Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more, ohimè che more!
 
 BONAFEDE
 
 O che gusto, oh che diletto!
 
 ECCLITICO
 
 Viva, viva, oh che fortuna!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more.
 
 BONAFEDE
 
                          Cara luna,
485vengo, vengo, vengo a te. (S’adormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
    More, more, presto, presto.
 Qualche spirto troverò.
 Presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECCLITICO
 
    Il bon sonnifero
490gli offusca il cerebro.
 Portar dagli uomini
 via lo farò.
 
    Fabrizio, Prospero, (Vengono due servi)
 su via prendetelo
495e là portatelo
 nel mio giardin. (Portano via Bonafede)
 
    Le donne tornano
 e si disperano,
 perché già credono
500morto il meschin. (Tornano Clarice e Liseta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre, ahi che morì.
 
 LISETTA
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
 
 ECCLITICO
 
 No, non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
505Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
 Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Flaminia seimilla scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
510Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
 quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio; questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
515Ahi che tormento che voi mi date.
 Pronta è la dote, se la volete.
 Mi fate ridere, mi consolate.
 Viva chi vive.
 
 A TRE
 
                            Chi è morto è morto.
 Dulce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo