Il mondo della luna, Barcellona, Generas, 1765

 SCENA IX
 
 BONAFEDE e poi LISETTA
 
 BONAFEDE
345Se mandarla potessi
 nel mondo della luna, avrei speranza
 castigata veder la sua baldanza.
 LISETTA
 Serva, signor padrone.
 BONAFEDE
                                            Addio Lisetta.
 LISETTA
 Vuol cenare?
 BONAFEDE
                           È anco presto, aspetta un poco.
 LISETTA
350Ho posta già la panatella al foco.
 BONAFEDE
 Brava, brava. Lisetta, oh se sapessi
 le belle cose che ho vedute!
 LISETTA
                                                    E cosa
 ha veduto di bello?
 BONAFEDE
 Ho avuta la fortuna
355di mirar dentro al tondo della luna.
 LISETTA
 (Ecco la sua pazzia).
 BONAFEDE
                                        Senti, può darsi...
 Sai che ti voglio ben. Può darsi ancora,
 se tu mi sei fedel, se non ricusi
 di darmi un po’ d’aiuto,
360ch’io ti faccia veder quel che ho veduto.
 LISETTA
 Sapete pur ch’io sono
 vostra serva fedele e, se mi lice,
 vostra tenera amante.
 (Invaghita però sol del contante).
 BONAFEDE
365Quand’è così, mia cara,
 della ventura mia ti voglio a parte.
 Vedrai d’un uomo l’arte
 quanto può, quanto vale;
 le prodezze vedrai d’un canocchiale.
 LISETTA
370Vorrei che un canocchial si desse al mondo
 con cui vedeste il fondo
 del mio povero cor che sol per voi
 arde d’amore e fede.
 (Egli è pazzo da ver, se me lo crede).
 BONAFEDE
375Per rimirar là dentro
 in quel tuo cor sincero
 serve di canocchial il mio pensiero.
 Vedo che mi voi bene,
 vedo che tu sei mia.
 LISETTA
380(Ma non vede che questa è una pazzia).
 BONAFEDE
 Doman ti vuo’ condur dal bravo astrologo,
 vedrai quel che si pratica lassù
 dalle donne da ben, come sei tu.
 LISETTA
 
    Una donna come me
385non vi fu né vi sarà.
 Io son tutt’amor e fé,
 io son tutta carità.
 Domandate a chi lo sa,
 sì ch’è vero ognun dirà.
 
390   Io malizia in sen non ho;
 sono stata ognor così;
 poche volte dico no;
 quando posso, dico sì.
 Ma lo dico, già si sa,
395salva sempre l’onestà.