L’olimpiade, Venezia, Rossetti, 1738

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 Eccellenza,
    sia pure adulazione, costume o speranza in altri il dedicare, in me è rispetto, è debito, è gloria. Dedico dunque a vostra eccellenza questo drammatico componimento che nel maggior teatro di questa sempre invitta dominante repubblica deve rendersi il nobile divertimento dell’autunnale stagione. Dedicandolo a voi, eccellentissimo signore, di già ho meritato il pieno e commune applauso. Tutto è magnifico e grandioso in questo teatro e perciò in gran parte corrispondente al vostro gran nome. A questo dunque in cui vi è raccolto tutta la prescelta nobiltà del vostro sangue, adornato da secoli di ricchezze, feudi, titoli, cariche, dignità e grandati, e che risplende fra gli astri più luminosi dell’ispano emisfero, io presento l’umil tributo, sperando che l’eccellenza vostra saprà ben distinguere in questo il fedelissimo vassallo dell’invitto monarca delle Due Sicilie ed il servitore divoto dell’eccellenza vostra. Tutto il mondo sa che vostra eccellenza è un personaggio cotanto qualificato che il vostro merito previene ogni encomio e la vostra nobiltà preocupa ogni lode. Il carattere reale che voi sostenete con tanto lustro in questa serenissima dominante, unito al vostro gentil tratto, ripieno d’una affabil grandezza, vi rende oggetto in ogniuno e di rispetto e d’amore. Questa ambasceria che voi rappresentate d’un re così grande, da più di due secoli quivi non più veduta, se bene non ancora fa in pubblico sfavillare il suo lume, pure lo fate risplendere quale raggio di sole da bianca nube coperto; come in più incontri l’adriaci numi han veduto. Ma nel trascorrere nelle vostre lodi, temo d’offendere la vostra modestia, perciò col silenzio l’addito, a guisa che appresso gli Egizii le cose più grandi erasi in uso d’esprimere. Riceva dunque l’animo clementissimo di vostra eccellenza a grado questa mia devota offerta e riconosca nel picciol dono l’immensità di quella divozione e rispetto, con il quale prostrandomi, mi do l’onore di sottoscrivermi di vostra eccellenza devotissimo, riverentissimo e umilissimo servitore.
 
    Domenico Lalli