Il mondo della luna, Torino, Avondo, 1760

 SCENA VI
 
 BUONAFEDE ed ERNESTO
 
 ERNESTO
810Voi avete due figlie?
 BUONAFEDE
                                        Signorsì.
 ERNESTO
 Fanciulle o maritate?
 BUONAFEDE
                                          Sono ragazze
 e non ho ancora lor dato marito,
 perché non ho trovato un buon partito.
 ERNESTO
 Avete fatto ben. Nel vostro mondo
815due cattivi mezzani
 soglion far qualche volta i matrimoni;
 uno è il capriccio e l’altro è l’interesse.
 Dal primo ne provien la sazietà,
 dal secondo la nera infedeltà.
 BUONAFEDE
820Vossignoria favella
 come appunto parlar deve una stella.
 ERNESTO
 Qui non v’è alcun che dica
 di morir per l’amata,
 non v’è alcun che sia fido ad un’ingrata.
825Non vedrete chi voglia
 nella tasca portar ampolle o astucchi
 con balsami o ingredienti,
 utili delle donne a’ svanimenti.
 BUONAFEDE
 Ma, se sviene una donna,
830come la soccorrete?
 ERNESTO
                                      Accostumiamo
 una corda portare e quando fanno
 tali caricature,
 le facciam rinvenir con battiture.
 BUONAFEDE
 Questo, per vero dire,
835è un perfetto elisire.
 ERNESTO
 È un elisir che giova
 e credetelo a me che il so per prova.
 
    Qualche volta non fa male
 il contrasto ed il rigore.
840Sempre pace, sempre amore
 fa languire anco il piacer.
 
    Quando poi cessa lo sdegno,
 sente il cor maggior diletto,
 più vigor prende l’affetto
845e moltiplica il goder. (Parte)